Presentare il mondo

Nella mia vita adulta ho imparato parole come noumeno, uro, neutrino, spinare, aureo. Adesso imparo, mostrandole ad È un angelo, cucchiaio, forchetta, piatto, se svuoto la lavastoviglie. Mano, piede, testa, quando lo vesto. In piedi, seduto, se gioco con lui. Ridi, bimbo, mamma, papà. 

Oltre al sapere pratico, che prima non possedevo -allattare, cambiare un pannolino, vestire un neonato, lavarlo, adeguare la casa alle sue esigenze, smacchiare i bavaglini non sono competenze che si acquisiscono studiando filosofia- sto reimparando alla base il rapporto tra la parola e gli oggetti. Ogni oggetto ha un suono, anzitutto. Prima dell’espressione, prima del  contenuto, prima del segno, prima perfino del  concetto c’è un suono. E dietro al suono c’è un rapporto tra due persone, chi pronuncia,  nominando il mondo,  e chi ascolta, apprendendo il mondo.

Oddio che responsabilità.

 

This entry was posted on Saturday, January 4th, 2014 at 9:44 am and is filed under Forse filosofia, Vita quotidiana. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

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