Io non capisco la gente
Io non capisco quei genitori che si lamentano della quantità di libri “per l’estate” assegnata dagli insegnanti. Di solito sono quattro o cinque classici, sempre Calvino, spesso Orwell, Uhlman, Shakespeare, Pavese, ogni tanto D’avenia, Suskind, Barbery, Giordano.
Tutte le volte che un ragazzino, o, più spesso, una ragazzina, mi porge il foglietto con l’indicazione dei docenti, mi spertico in lodi nei confronti del testo assegnato; a volte per incoraggiamento, altre volte per amore del titolo o dell’autore, qualche volta per dar fastidio al genitore accompagnatore che farfuglia contro quei disgraziati degli insegnanti che non capiscono che i ragazzini hanno bisogno di riposo, e assegnano loro dei compiti crudeli, additirittura quattro libri da leggere in tre mesi, e senza scriverne né recensioni né relazioni.
I ragazzini, o, meglio, le ragazzine -perché ai maschi, spesso, i libri vengono acquistati dalle madri- raramente sembrano sconvolte, e anzi, sono sicura che molte volte uscirebbero con qualche volume in più. Perché alle ragazzine venire in libreria e leggere piace un sacco. Me ne sono accorta adesso che più spesso lavoro in letteratura; in saggistica per lo più chiacchero con individui barbuti, maschi o femmine che siano. Del resto anche io ho un po’ di barba.
Le ragazzine, le ragazze, le donne, sono il motore dell’editoria. Ci sono molte più lettrici forti che lettori, e quasi sempre una persona che legge molto finisce per sviluppare un proprio gusto, magari anche molto raffinato. E allora perché gli editori si ostinano a creare un ghetto per le lettrici, proponendo storie trite e ritrite, copertine ornate di fiocchi rosa e falpalà, favolone per eterne minorenni?
E tra me e Davide in saggistica la barba certo non manca mai.
In Svezia, che han larghe vedute, i libri la mutua li dà? O pecco io di sovrainterpretazione?
@Andrea son tutti d’accordo e contenti, fra un libro e un cazzotto nei denti ognuno ormai sceglier saprà…
@Cateno Mio marito lo ignori di proposito?
Non lo ignoriamo affatto!
…poi, quando sono nella stessa città, anche la mia barba, a saggistica, fa la sua figura.