La virtù meno apparente
Feb 24th, 2010 Posted in Uncategorized | 13 comments »
Governare l’immagine di sé in rete non vuol dire solo non farsi sfuggire dati che potrebbero metterci in imbarazzo se capitassero sulla scrivania del capo, o della nonna, ma anche cercare di capire l’effetto che le proprie esternazioni creano sulle persone con cui si è in contatto. Farlo è tanto più indispensabile quanto più si ha visibilità, in rete e nella società civile (ma poi oggi sulla rete e su facebook in particolare c’è differenza tra internet e società civile?). D’altro canto, è un fatto che ci sono persone che, per ragioni che non mi sogno nemmeno di indagare, non hanno voglia di/non sono in grado di autodisciplinarsi. Ed è un bene che lo facciano, si impara a diffidare.
Ho scritto la mia tesi di laurea ascoltando in maniera ossessiva le Variazioni Goldberg di Bach suonate da Glenn Gould: il disco che è più facile trovare a casa di chi di musica classica ne capisce poco o nulla. Non so come corregga le tesi il mio relatore, se in ascetico silenzio o ascoltando techno. Non so cosa stimoli al meglio la sua concentrazione, la giusta concentrazione che denota rispetto del lavoro altrui da parte di chi ha stabilito un patto di fiducia con i propri tesisti. Ma ecco, a scoprirlo creatore di una fan page su facebook rivolta a dimostrare l’apprezzamento nei confronti dell’attività di “Correggere le tesi con iTunes aperto e la musica sparata a tutto volume”, rimarrei male.
Non sto a sindacare sulla liceità dell’ascoltare musica a tutto volume mentre si lavora. Qualsiasi cosa possa essere utile a concentrarsi per me va bene. Quando studio passeggio per la casa, quando scrivo ascolto musica -sempre gli stessi brani per lungo tempo, con fine ipnotico-.
Trovo però che il messaggio trasmesso dalla Fan Page non sia: “uh, come mi concentro bene con la musica a tutto volume”, ma: “Uh, ecchissene delle tesi”.
Quando ero alla scuola per insegnanti apprendisti mi hanno insegnato che per un insegnante è importante rendersi conto del feedback reale dei propri allievi, del reale effetto che l’agire del docente ha su di loro. Mi hanno insegnanto anche che se si appare poco coerenti con il proprio ruolo, o disattenti, è difficile fornire elementi di istruzione.
Torno a essere studentessa, dunque -del resto, lo sono stata fino alla fine di gennaio, se si è studenti ai corsi di specializzazione- e offro il mio sincero parere sulla fan page “Correggere le tesi con iTunes aperto e la musica sparata a tutto volume”. L’impressione che a me dà è che il suo fondatore voglia fare il figo, se mi è lecito il giovanilismo che più mi sembra adatto al caso. Spero in una svista data dall’allegria di una sera alcolica, o in un furto di password, perché di professori yeah ne abbiamo abbastanza.
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